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Articolo di Mauro Magatti (Corriere) su società, comunità e relazioni

La sfida di costruire un mondo di relazioni

di Mauro Magatti

 

Ogni epoca ha il proprio mito. E cioè una cornice di fondo che, nel tracciare un certo rapporto rispetto al mondo e alla sua evoluzione, dà coerenza a quello che succede nelle mille attività concrete della vita quotidiana. Come ha sostenuto Raimon Pannikkar, non vi è logos senza mythos e d’altra parte non vi è mythos che non generi un logos senza il quale il mito stesso rimane evanescente.

 

Se ci spostiamo su questo piano forse quello che sta accadendo in questi anni potrà apparire più chiaro. Fu grazie alla convergenza di una pluralità di fattori di diversa natura che nel corso degli anni ’80 si è andato delineando un nuovo mythos che ha poi preso corpo con quell’enorme fatto storico che fu la caduta del muro di Berlino: in quel momento, la miscela tra individualizzazione (centralità dell’io, della sua libertà di scelta e della sua autonomia) e globalizzazione (aumento delle opportunità economiche su scala planetaria generato dal processo di liberalizzazione e finanziarizzazione) ha dato origine a una cornice di senso nella quale l’individuo ha preso il posto della collettività e il mercato quello dello Stato.

 

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